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3 Giugno 2024

Impianti di depurazione per autolavaggio: normative di riferimento e caratteristiche

impianti depurazione autolavaggi da esterno

Nell’era della sostenibilità, l’attenzione all’ambiente e alla gestione delle acque si è estesa oltre il profilo domestico, in ambienti e attività commerciali come autolavaggi e piazzali di dilavamento. Data la potenziale contaminazione dei reflui in questi contesti, il trattamento negli impianti di depurazione per autolavaggi richiede una particolare attenzione a una serie di inquinanti, tra cui residui solidi, detergenti, oli minerali, tramite processi strettamente delineati dalle normative di riferimento.

Normative di riferimento per gli impianti di depurazione per autolavaggi

Gli impianti di depurazione delle acque reflue da autolavaggio devono rispondere a una serie di normative, che determinano le modalità di trattamento dei reflui, e le specifiche tecniche e di funzionamento.

  • Il lgs. 152/2006, che ha sostituito il cosiddetto “Codice dell’Acqua” del 1999, pone le linee guida per la gestione dei reflui e le modalità di trattamento, con un’enfasi sui sistemi di depurazione e le modalità di controllo dei reflui provenienti dalle attività come gli autolavaggi per poterli poi scaricare nell’ambiente.
  • La disciplina UNI EN 858-1 identifica le specifiche tecniche, il funzionamento e le regole per l’installazione, oltre a prove e prestazioni dei separatori di oli leggeri e grassi (o deoliatori) e di fanghi e sabbia.
  • La disciplina UNI EN 858-2 definisce invece dimensioni, installazione e manutenzione dei deoliatori, con l’obiettivo di guidare la scelta del dispositivo più adatto in termini di capacità e gestione dell’acqua di scarico in base alla quantità e alla natura degli oli potenzialmente presenti nel refluo.

Composizione di un impianto di depurazione per autolavaggio

impianti depurazione autolavaggio interrati

Le acque provenienti dagli autolavaggio o dai piazzali di lavaggio degli automezzi possono essere contaminate da diversi tipi di inquinanti, che richiedono più fasi per la loro eliminazione anche in base al tipo di raccolta finale (in fognatura pubblica, su corso idrico superficiale, su suolo o per il ricircolo all’interno dell’impianto stesso). La prima fase del trattamento prevede un dissabbiatore, che separa i materiali solidi dai fluidi. I materiali più pesanti si depositano infatti sul fondo, mentre quelli più leggeri, come i liquidi, si accumulano in superficie.

Qui, un deoliatore gravitazionale provvede ad aggregare le molecole di schiume, detergenti e grassi sfruttando la forza di gravità. Il deoliatore può essere liscio, corrugato o con filtro a coalescenza per un livello di depurazione superiore degli oli e degli idrocarburi, grazie alla capacità del filtro di aggregare le molecole oleose in gocce di grandi dimensioni, più facili da rimuovere.

In una terza fase, il refluo subisce un trattamento biologico intensivo a opera di un filtro percolatore anaerobico, un particolare reattore biologico che grazie a una serie di batteri degrada il materiale organico e abbatte la concentrazione di sostanze organiche e detergenti presenti nel refluo. L’ultima fase di affinamento vede un eventuale trattamento di filtrazione a quarzite o a carboni attivi per impianti a circuito chiuso (ovvero se vi è il ricircolo delle acque per ulteriori cicli di lavaggio) o con recapito finale in tab.4.

Gli impianti di depurazione per autolavaggi giocano quindi un ruolo fondamentale, nel garantire la protezione dell’ambiente, nel prevenire l’inquinamento idrico e nel contribuire alla sostenibilità attraverso il riutilizzo delle acque depurate. Per i tuoi impianti di depurazione per autolavaggi completi, o per i loro ricambi e componenti, rivolgiti all’esperienza Di Camillo: il nostro personale tecnico sarà sempre a tua disposizione per individuare l’impianto di depurazione e trattamento delle acque reflue più indicato per le tue esigenze industriali.