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4 Dicembre 2023
Impianti di trattamento delle acque reflue: guida completa alla depurazione
Negli ultimi anni, la siccità in Italia è diventata un’emergenza di proporzioni significative. Crisi climatica, innalzamento delle temperature, inquinamento ambientale e scarsa manutenzione della rete hanno infatti contribuito a una drammatica carenza idrica.
Una delle possibili soluzioni per fronteggiare efficacemente il problema è la depurazione delle acque reflue, e il loro recupero e riutilizzo. La normativa a riguardo esiste, ed è anche molto specifica nell’indicare cosa siano le acque reflue, e come riutilizzarle.
Che cosa sono le acque reflue, e come raccoglierle?
Esistono diverse normative da seguire per l’installazione di un impianto di depurazione delle acque reflue. In primo luogo, il D.Lgs n.106 prevede l’utilizzo esclusivo di prodotti a norma e marcatura CE. Quindi, il D.M. 37/08 prescrive che l’installazione sia operata da un’impresa qualificata, in grado di rilasciare la Dichiarazione di Conformità.
Inoltre, l’art. 74 del D. Lgs. 152 del 3/4/2006 suddivide i reflui in tre categorie principali:
- Acque reflue domestiche. Si tratta di acque provenienti da edifici e attività residenziali.
- Acque reflue industriali. Vi rientrano tutte le acque da attività commerciali o industriali.
- Acque reflue urbane. Sono un miscuglio di acque reflue domestiche, industriali e acque meteoriche convogliate nelle fognature.
Il D. Lgs. 152 del 3/4/2006 individua inoltre diversi recapiti finali per i reflui depurati:
- Fognature.
- Acque superficiali, come canali, fossati, torrenti, fiumi, bacini idrici artificiali, laghi e mari.
- Suolo e strati superficiali del sottosuolo, ovvero la superficie terrestre agricola, urbana o incolta.
- Acque sotterranee e sottosuolo, quindi le falde idriche e acquifere sotterranee.
A seconda delle diverse tipologie di trattamento, le acque reflue avranno quindi un diverso scarico. I reflui, infatti, e le acque meteoriche e di dilavamento, possono contenere sostanze inquinanti potenzialmente tossiche e dannose, e vanno perciò depurate per impedire che possano arrecare danni all’ambiente e alla salute. A questo servono gli impianti di trattamento delle acque reflue.
Impianti di trattamento delle acque reflue
Gli impianti di trattamento delle acque reflue sono sistemi di raccolta e depurazione dei reflui. Questi vengono convogliati a un impianto di depurazione specifico in base alla tipologia di reflui, e allo scarico finale.
Da un primo bacino di raccolta, o una vasca biologica imhoff dove sedimentano solidi grossolani e liquami provenienti dai reflui civili, le acque sono convogliate al collettore, spesso tramite l’ausilio di stazioni di sollevamento. Le stazioni di sollevamento delle acque reflue, o stazioni di rilancio, sono una serie di pompe che rilanciano le acque fino a serbatoi di ritenzione disposti a quote superiori rispetto al punto di partenza. Esistono diverse tipologie di stazioni di sollevamento, in base alla tipologia di acque da trattare: per ogni esigenza, Di Camillo offre diverse stazioni di sollevamento in polietilene, mono o doppia pompa, con diverse capacità e dotate anche di prolunga PRO X 600, e di Griglia GRI Y600.
Il primo trattamento, infatti, è proprio la grigliatura, che rimuove il materiale grossolano eventualmente presente in sospensione affinché non intasi tubi e pompe prima della dissabbiatura e disoleatura. Questi due processi sono comuni a tutti gli impianti di depurazione delle acque, sia dei reflui, ma anche delle acque di prima pioggia e delle acque provenienti da piazzali, parcheggi e officine.
In queste vasche, avviene la sedimentazione naturale delle sabbie, e la risalita degli oli e dei grassi in superficie. Negli impianti di prima pioggia in accumulo e in continuo Di Camillo, questo primo sistema di trattamento è già presente, ma per le acque di dilavamento di piazzali, parcheggi e officine, sono disponibili anche deoleatori (o disoleatori) gravitazionali corrugati, lisci o con filtro a coalescenza.
Le acque vengono a questo punto convogliate in una vasca di sedimentazione primaria, dove la gravità separa i solidi, mentre i fanghi che si accumulano sul fondo vengono sospinti ai trattamenti successivi. Lo scopo è eliminare le sostanze disciolte, soprattutto se il recapito finale dei reflui è su corso idrico, o in sub-irrigazione. Si ricorre quindi a una vasca a fanghi attivi, un trattamento secondario che abbatte ulteriormente il carico organico attraverso l’azione metabolica di batteri e micro-organismi.
I batteri presenti nel fango vengono quindi separati dall’acqua in una vasca di sedimentazione, e le acque in uscita a questo punto possono definirsi pulite.
Come usare le acque reflue depurate?
A seconda dei diversi sistemi di trattamento, le acque possono avere tre destinazioni d’uso:
- Urbano. Le acque depurate possono essere usate per la pulizia di strade, cassonetti, o per approvvigionare gli impianti di riscaldamento e raffreddamento.
- Industriale. Le acque reflue depurate possono essere utilizzate anche per gli impianti antincendio, per i cicli di lavorazione industriale, ad eccezione dei settori alimentare, cosmetico e farmaceutico.
- Irriguo. Le acque depurate possono anche essere utilizzate per le colture e l’irrigazione di prati, giardini, campi sportivi e spazi verdi.
Per le tue necessità di depurazione, e i tuoi impianti di trattamento delle acque reflue e le loro componenti, contatta Di Camillo: da oltre cinquant’anni, la Di Camillo Serbatoi è specializzata nella progettazione e realizzazione di impianti su misura di qualsiasi esigenza. Da noi troverai competenza, professionalità, e una vasta gamma di soluzioni e componenti su misura per tutte le tue esigenze.
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