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29 Settembre 2023

Stazione di sollevamento: che cos’è, a cosa serve e come sceglierla

stazione di sollevamento acque Di Camillo pompa singola o monopompa

La stazione di sollevamento, conosciuta anche come stazione di rilancio, è una componente degli impianti di depurazione delle acque, fondamentale in tutte le situazioni in cui la sola gravità non sia sufficiente a rilanciare i reflui, per esempio perché il bacino di raccolta è posizionato a una quota inferiore rispetto al recapito finale. Si tratta solitamente di una pompa, o un insieme di pompe a immersione o centrifughe, che fanno refluire le acque da vasche chiuse lungo i condotti di mandata fino al serbatoio di ritenzione.

Il funzionamento è semplice: quando i reflui raggiungono il serbatoio di ritenzione, il galleggiante si alza fino a un livello prestabilito. Si attiva così il sistema di regolazione e controllo che aziona la pompa (o le pompe, a seconda di un sistema mono- o doppia pompa), e spinge l’acqua verso il punto di scarico desiderato. Il dimensionamento della stazione di sollevamento e la potenza della pompa devono pertanto essere adeguate al flusso d’acqua da scaricare.

 

Componenti di una stazione di sollevamento

Le stazioni di sollevamento per acque nere o acque chiare Di Camillo sono composte da un contenitore corrugato per l’interro, una pompa interna, un tubo di ingresso e uscita, un galleggiante con valvola antiriflusso, un tappo di ispezione e un raccordo di sfiato. L’uso del polietilene, per la realizzazione delle vasche, è vantaggioso poiché consente di ottenere serbatoi robusti in un’unica sezione, e al contempo leggeri, per aumentare la sicurezza e la facilità di spostamento e installazione. Le stazioni di sollevamento in polietilene sono inoltre atossiche, ideali per il contenimento e il rilancio delle acque chiare, e sopportano gli elevati sbalzi di temperatura, dai -20° ai +80°. Le superfici in polietilene risultano poi resistenti ai comuni fluidi e reagenti, anche a quelli di disinfezione, e il polietilene previene lo sviluppo delle alghe, poiché additivato con agenti anti UV.

La pompa, o le pompe nel caso di portate elevate e variabili, è collegata al quadro elettrico e alimentata a corrente monofase (230V, per ambienti domestici) o trifase (400V, per ambienti industriali). Il comando di avvio può quindi essere manuale, o automatico, attivato dai galleggianti interni alla cisterna, e la stazione di sollevamento può essere dotata di allarmi luminosi e acustici per segnalare guasti anche in mancanza di corrente elettrica. Nei modelli a doppia pompa, inoltre, il quadro elettrico consente di attivare entrambe le pompe in modalità di marcia alternata o contemporanea.

Scegliere la pompa in base al tipo di acque: la granulometria

Una stazione di sollevamento può prevedere diversi tipi di pompe, anche a seconda del tipo di acque, e quindi della granulometria dei reflui da trattare.

    • Stazione di sollevamento acque chiare o bianche: le acque chiare (ad esempio le acque piovane) e le acque da trattare non torbide, si trovano solitamente all’uscita di un sistema di trattamento o di depurazione come un filtro a sabbia, o una microstazione. I residui in sospensione nei reflui hanno una granulometria molto piccola, da 5 a 20 mm, per cui Di Camillo propone, in questi casi, pompe a girante multicanale.

 

  • Stazione di sollevamento acque nere e acque grigie: si tratta del caso più frequente di impiego delle stazioni di sollevamento, per scaricare nella fognatura pubblica le acque reflue domestiche o industriali.
    • Le acque grigie sono acque poco cariche, che potrebbero contenere in sospensione materie di piccole dimensioni e a bassa concentrazione. Si tratta spesso di acque all’uscita da una fossa biologica o un impianto di pretrattamento, quindi la pompa a girante arretrata a bassa prevalenza, di granulometria media da 20 a 50 mm, serve per rilanciare le acque al filtro a sabbia, o allo spandimento.
    • Le acque nere o luride, invece, contengono materie solide provenienti direttamente dagli scarichi delle abitazioni, prima che le acque siano inviate all’impianto di depurazione collettivo o alla fossa biologica. La granulometria delle pompe deve quindi essere grande, superiore ai 50 mm. Per evitare problemi di impaccatura nella stazione di sollevamento delle acque luride, le pompe dovrebbero inoltre essere equipaggiate con una girante trituratrice, una specie di “ruota” che distrugge i materiali solidi che passano al suo interno, prima di convogliare il flusso alle tubature di scarico. Si parla dunque, in questo caso, anche di “stazione di sollevamento con trituratore”.

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